(PRIMANOTIZIE) ANDRANO, Lecce – 29 MARZO – Si alza un nuovo fronte di opposizione in Salento contro l’eolico offshore. Dopo la richiesta della società Odra Energia S.r.l. per la realizzazione di un parco eolico marino al largo della costa adriatica salentina, arriva ora il progetto “Messapia”, promosso da Messapia Floating Wind S.r.l. Il piano prevede la costruzione di un impianto eolico flottante composto da 73 turbine da 18 megawatt ciascuna, per una potenza complessiva di 1.314 MW. Le pale, alte fino a 315 metri, verrebbero installate tra Tricase e le acque sud-orientali di Santa Maria di Leuca, coinvolgendo un ampio numero di comuni salentini anche per le opere di connessione a terra.
La reazione del territorio non si è fatta attendere. Michele Tenore, presidente del Parco Naturale Regionale “Costa Otranto – Santa Maria di Leuca e Bosco di Tricase”, ha espresso un netto rifiuto: “La bellezza del Salento non può essere sacrificata sull’altare di progetti che ignorano le caratteristiche ambientali, storiche e culturali di questi luoghi. Serve una regolamentazione seria e condivisa per difendere il nostro mare. Così com’è, questo progetto è l’ennesimo atto d’arroganza industriale”.
Tenore denuncia il crescente interesse delle multinazionali energetiche per lo sfruttamento degli spazi marini, spinti anche dalle restrizioni normative sempre più stringenti per gli impianti a terra: “Il mare sta diventando il nuovo campo di conquista delle grandi aziende. Non siamo contro le energie rinnovabili, ma rifiutiamo progetti imposti dall’alto, che deturpano irreparabilmente un ecosistema unico e fragile”.
In particolare, Tenore sottolinea l’estrema delicatezza dell’area compresa tra Porto Badisco e Santa Cesarea Terme, dove sarebbe previsto uno dei punti di approdo del progetto Messapia: “Chi ha disegnato questo piano ha mai visto questi luoghi? Parliamo di siti di altissimo valore storico, naturalistico e archeologico. Basta pensare alla Grotta dei Cervi, ai fondali sottomarini, alle sorgenti costiere. È inaccettabile”.
Il presidente del Parco conclude con un appello alla politica e alle istituzioni nazionali affinché la transizione energetica non diventi sinonimo di imposizione e sacrificio ambientale: “Il Salento ha già dato tanto. È tempo che si ascoltino davvero i territori, per costruire un futuro sostenibile e rispettoso del paesaggio e delle comunità locali”. (PRIMANOTIZIE)