(PRIMANOTIZIE) ROMA, 9 APRILE – “Non è solo pericolosa, ma segna un terribile precedente”. Con queste parole Elena Cecchettin, sorella di Giulia, commenta la sentenza della Corte d’Assise che ha escluso l’aggravante della crudeltà nell’omicidio di sua sorella Giulia, uccisa con 75 coltellate da Filippo Turetta. Una decisione che secondo la giovane attivista “riduce a semplice inesperienza e inabilità” l’estrema violenza del gesto.
In una ‘storia’ pubblicata sui suoi profili social, Elena ha denunciato apertamente il rischio di normalizzazione della brutalità nei femminicidi: “Se non iniziamo a prendere sul serio la questione, tutto quel che si è detto sul fatto che Giulia doveva essere ‘l’ultima’ sono solo parole al vento”.
Il commento arriva a poche ore dalla diffusione delle motivazioni della sentenza, che ha riconosciuto l’omicidio ma ha escluso l’aggravante della crudeltà, ritenendo che la ferocia del gesto fosse legata più all’agitazione del momento che a un intento sadico o punitivo.
Una posizione che, per molti osservatori e attivisti, rischia di indebolire la battaglia contro la violenza di genere e le sue rappresentazioni più estreme. La famiglia Cecchettin, da subito impegnata a trasformare il dolore in impegno civile, ha ribadito il proprio dissenso con fermezza. (PRIMANOTIZIE)