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domenica, Settembre 8, 2024
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Covid: i casi di positività nel mondo superano quota 37 milioni

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ROMA – Il numero di casi di contagio da coronavirus nel mondo ha raggiunto quota 37,5 milioni dall’inizio dell’emergenza sanitaria. Lo si apprende dall’ultimo conteggio basato su dati ufficiali. Complessivamente, i decessi sono almeno 1 milione 77.849. Secondo la Johns Hopkins University, gli Usa restano il Paese più colpito al mondo dalla pandemia in termini assoluti con 215.022 vittime e quasi 7,8 milioni di casi di contagio. Nelle 24 ore nel Paese si sono registrati quasi 34.000 nuovi casi e 254 decessi.

Covid 19: firmato nella notte il Dpcm dal premier Conte

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Giuseppe Conte firma nella notte del 13 ottobre il nuovo Dpcm anti-Covid

ROMA – Nella notte c’è stata una pausa per sciogliere qualche nodo di troppo, poi Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte e il ministro della Salute, Roberto Speranza, hanno firmano il dpcm con le nuove misure per contrastare una riesplosione di Covid. Questo decreto di ottobre avrà la durata di 30 giorni con il compito, quindi, di monitorare l’andamento della curva epidemica con le misure adottate. E’ stato necessario il riscontro delle Regioni prima di passare alla firma ed è qui che alcune fonti riportano differenze sorte con i membri del Comitato tecnico scientifico con particolare riferimento alla scuola e ad alcune chiusure. Al momento, invece, l’unica misura che riguarda la scuola, oltre quelle già in vigore, è riferita alle gite scolastiche e allo sport in classe che vieta gli sport di contatto. Entra nel provvedimento quella che è definita una “forte raccomandazione” di evitare feste private al chiuso o all’aperto e di ricevere amici in casa per feste, cene o altre occasioni con più di sei persone con cui non si conviva. Di fatto questa diventa la novità principale di questo dpcm che assume la forma di una raccomandazione più che di una misura per evitare il contrasto con la privacy. Bar e ristoranti dovranno chiudere alle 24 ma già a partire dalle 21 sarà vietato consumare bevande in piedi, quindi potranno continuare a servire i clienti solo i locali che abbiano tavoli, al chiuso o all’aperto. Restano chiuse le sale da ballo e discoteche, all’aperto o al chiuso, mentre sono permesse fiere e congressi. L’articolo 1 del dpcm stabilisce che “è fatto obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sé dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonché obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonché delle linee guida per il consumo di cibi e bevande”. Dall’obbligo è escluso chi fa attività sportiva, i bambini sotto i 6 anni, i soggetti con patologie e disabilità incompatibili con l’uso della mascherina. Viene inoltre “fortemente raccomandato” l’utilizzo dei dispositivi “anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi”. Per gli spettacoli resta il limite di 200 partecipanti al chiuso e di 1000 all’aperto, con il vincolo di un metro tra un posto e l’altro e di assegnazione dei posti a sedere. Sono sospesi gli eventi che implichino assembramenti se non è possibile mantenere le distanze. Le regioni e le province autonome possono stabilire, d’intesa con il Ministro della salute, un diverso numero massimo di spettatori in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi. Sono comunque fatte salve le ordinanze già adottate dalle regioni e dalle province autonome. Per quanto riguarda lo sport, sono vietate tutte le gare, le competizioni e tutte le attività connesse agli sport di contatto aventi carattere amatoriale. Gli sport di contatto sono consentiti, si legge nella bozza del dpcm, “da parte delle società professionistiche e ? a livello sia agonistico che di base ? dalle associazioni e società dilettantistiche riconosciute dal Comitato olimpico nazionale italiano (CONI), dal Comitato italiano paralimpico (CIP), nel rispetto dei protocolli emanati dalle rispettive Federazioni sportive nazionali, Discipline sportive associate ed enti di promozione sportiva, idonei a prevenire o ridurre il rischio di contagio nel settore di riferimento o in settori analoghi”. Stadi: per le competizioni sportive è consentita la presenza di pubblico, “con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori” all’aperto e 200 al chiuso. Va garantita la distanza di un metro e la misurazione della febbre all’ingresso. Le regioni e le province autonome, in relazione all’andamento della situazione epidemiologica nei propri territori, possono stabilire, d’intesa con il ministro della salute, un diverso numero massimo di spettatori in considerazione delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi e degli impianti; con riferimento al numero massimo di spettatori per gli eventi e le competizioni sportive non all’aperto, sono in ogni caso fatte salve le ordinanze già adottate dalle regioni e dalle province autonome.

Vendita a domicilio: la Lombardia è la prima regione d’Italia

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MILANO – È ancora una volta la Lombardia la prima regione d’Italia per fatturato delle aziende della vendita a domicilio: nel 2019 le vendite in questa regione hanno raggiunto quota 242 milioni 854 mila euro. A comunicarlo è Univendita, la maggiore associazione di categoria della vendita a domicilio, che ha elaborato i dati annuali relativi alle singole regioni italiane. La Lombardia rappresenta il 15,3% del fatturato complessivo delle aziende di Univendita, pari a 1,587 miliardi di euro. A seguire sul podio nazionale ci sono la Campania (che rappresenta il 10,7% del fatturato con 169 milioni 846 mila euro) e il Veneto (9,9% del fatturato, pari a 157 milioni 147mila euro).

 

Nel Nord Ovest si concentra il 26,1% del fatturato delle aziende di Univendita. In quest’area, dopo la Lombardia, in classifica troviamo Piemonte/Valle d’Aosta (131 milioni 750 mila euro, 8,3% del fatturato nazionale) e Liguria (39 milioni 863 mila euro, 2,5%).

 

La situazione cambia se si considera il numero di venditori in forze alle aziende. Infatti, degli oltre 146mila venditori che nel 2019 hanno lavorato per le aziende associate, quasi la metà, il 49,8%, opera nelle regioni del Sud e Isole. La Campania con 22.575 venditori (il 15,4% del totale) e la Sicilia con 20.229 (il 13,8%) sono le due regioni in testa alla classifica nazionale, seguite al terzo posto dalla Lombardia, che conta 16.125 venditori (l’11% del totale italiano).

Fra le regioni del Nord Ovest, dove è presente il 18,8% dei venditori italiani, dopo la Lombardia troviamo il Piemonte/Valle d’Aosta che ne conta 9.675 (il 6,6%) e la Liguria con 1.906 (l’1,3%).

 

«La Lombardia è da sempre la regione che guida la classifica del fatturato delle aziende di Univendita – spiega il presidente dell’associazione Ciro Sinatra –. I dati rispecchiano la situazione economica e demografica del Paese: la forte presenza di venditori nelle regioni Sud Italia è dovuta al fatto che in queste aree la vendita a domicilio rappresenta, soprattutto per le donne, un’ottima opportunità per integrare il bilancio familiare, e quindi è un’attività che viene spesso svolta part-time».

Se i dati 2019 confermano le tendenze degli anni precedenti, alcune sorprese potrebbero arrivare dalle future rilevazioni post-Covid. «È naturalmente troppo presto per poter ipotizzare se l’impatto della crisi si tradurrà in grossi cambiamenti nella distribuzione regionale di fatturato e di venditori – sottolinea Sinatra –. Ciò che sappiamo è che dopo il lockdown la vendita a domicilio è stata protagonista di una pronta ripresa, con livelli di fatturato nei mesi estivi in crescita rispetto al 2019. Possiamo quindi prevedere che il nostro settore, che ha sempre svolto un ruolo anticiclico dal punto di vista occupazionale, continuerà ad attrarre nei prossimi mesi un gran numero di persone alla ricerca di una seconda vita professionale o di una modalità per integrare il reddito familiare. Le nostre imprese in questo momento offrono oltre 30mila opportunità di lavoro supportate da percorsi di formazione gratuita e qualificata».

 

Univendita (www.univendita.it) Qualità, innovazione, servizio al cliente, elevati standard etici. Sono queste le parole d’ordine di Univendita, la maggiore associazione del settore che riunisce l’eccellenza della vendita diretta a domicilio. All’associazione aderiscono: AMC Italia, Avon, Bimby (divisione di Vorwerk Italia), bofrost* Italia, CartOrange, Conte Ottavio Piccolomini, Dalmesse Italia, DES, Fi.Ma.Stars, Folletto (divisione di Vorwerk Italia), Just Italia, Nuove Idee, Ringana Italia, Starline, Tupperware Italia, Uniquepels Alta Cosmesi, Vast & Fast, Witt Italia, che danno vita a una realtà che mira a riunire l’eccellenza delle imprese di vendita diretta a domicilio con l’obiettivo di rafforzare la credibilità e la reputazione del settore tra i consumatori e verso le istituzioni. Univendita, che aderisce a Confcommercio, rappresenta il 46% del valore dell’intero comparto della vendita diretta in Italia (fonte: Format Research, marzo 2017).