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sabato, Febbraio 8, 2025
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Aerospazio, Leaf Space chiude un round di finanziamento da 5 milioni di euro

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TORINO – Leaf Space, azienda italiana specializzata nella fornitura di servizi di ground segment per microsatelliti incubata in I3P, l’Incubatore del Politecnico di Torino, ha completato il proprio round di investimento Series A di 5 milioni di euro.

Con l’ingresso di Primo Space, fondo di venture capital gestito da Primomiglio SGR, Leaf Space ha infatti completato la raccolta da 5 milioni di euro che vede la partecipazione di Whysol Investments come lead investor al fianco di RedSeed Ventures, socio finanziario storico della società.

In questo modo, Leaf Space porta a 10 milioni di euro il totale di finanziamenti raccolti dalla sua costituzione. Leaf Space utilizzerà i nuovi finanziamenti per sviluppare ulteriormente i propri servizi di ground segment per microsatelliti della New Space Economy, avviando un’attività di scale-up globale.

Ad oggi Leaf Space possiede un’infrastruttura di comunicazione satellitare distribuita a livello globale, con 8 antenne installate e operative che diventeranno 11 entro la primavera 2021 con l’estensione della infrastruttura in Sri Lanka, Canada e Australia. Entro la fine del 2021, il network avrà un totale di oltre 15 ground station dedicate al servizio multi-customer Leaf Line, in aggiunta a diverse stazioni dedicate al cliente svizzero Astrocast, per il servizio esclusivo Leaf Key.

Jonata Puglia, CEO e co-fondatore di Leaf Space, afferma: “Questo è un fantastico traguardo per Leaf Space. In poco tempo, Leaf Space è diventata ormai uno dei player di riferimento mondiale nella New Space Economy. Ha dimostrato di essere capace di fornire ottimi servizi di ground segment service dalla fase pre-operativa (LEOP) fino al decommissionamento, ma anche nel segmento dei lanciatori spaziali. Il successo di questo round d’investimento dimostra la resilienza del settore, nonostante lo scenario pandemico, e ci permette di continuare il nostro piano di sviluppo della società in maniera spedita e solida. Per i prossimi anni ci attendono sfide nel settore spaziale, insieme a progetti straordinari con i nostri clienti, collaboratori e partner. Siamo orgogliosi di avere al nostro fianco anche Primo Space insieme a tutti i nostri altri investitori, che credono nel nostro ambizioso progetto”.

Oltre al dispiegamento dei network, il 2021 prevederà un ulteriore sviluppo dei servizi per migliorarne e semplificarne l’operatività da parte dei clienti, nonché un’espansione dei protocolli e schemi di comunicazione attualmente utilizzati per ampliare il supporto a missioni più avanzate e performanti.

“Riteniamo il Ground Segment uno dei settori più interessanti nell’ambito della space economy e il team di Leaf Space ha già dato prova di poter operare con successo in questo contesto. Le risorse rese disponibili alla società rendono possibile un significativo scale up internazionale”, dichiara Giorgio Minola, General Partner di Primo Space.

“È una grande soddisfazione veder crescere Leaf Space, startup che opera nell’industria dell’aerospazio con l’intento di diventare un punto di riferimento per il settore. Il round di finanziamento appena chiuso dimostra che la direzione intrapresa da Leaf Space è quella giusta”, commenta Giuseppe Scellato, Presidente di I3P. “Come Incubatore, siamo orgogliosi di aver accompagnato il team in questi anni, offrendo consulenza strategica, network e supporto nel fundraising: il successo di questo progetto può avere un impatto positivo importante anche per il comparto aerospaziale italiano”.

Il finanziamento iniziale del Series A round, già raccolto la scorsa primavera, ha permesso a Leaf Space di avviare nel corso del 2020 l’ampliamento della propria infrastruttura con nuove stazioni di terra in Nuova Zelanda, Azzorre, Nord America e Bulgaria, insieme all’estensione dell’infrastruttura già presente in Spagna e Italia che ha permesso di supportare nuove missioni e applicazioni di servizio per i microsatelliti.

“Aumentiamo il nostro impegno, unitamente al completamento dei versamenti del Series A, con l’ingresso nel Board per supportare i co-founder e il management nell’accelerare il roll-out delle nuove installazioni, l’evoluzione dei servizi e lo sviluppo della clientela per competere nella corsa internazionale alla new space economy”, dichiara Alberto Bitetto, Founder e Presidente di Whysol Investments.

“Leaf Space userà le nuove risorse per continuare il percorso di espansione e consolidare la propria posizione all’interno di uno dei settori più strategici e in forte crescita del panorama internazionale”, commenta Elisa Schembari, Presidente di Leaf Space e Managing Partner di Redseed Ventures.

I servizi di ground segment di Leaf Space supportano attualmente oltre 15 clienti. Aziende come Astrocast, Pixxel, Virgin Orbit, D-Orbit e molti altri nel mondo utilizzano i servizi di Leaf Space per espandere e consolidare il loro business, insieme anche ad importanti clienti istituzionali tra cui l’Agenzia Spaziale Europea (ESA), Telespazio-Leonardo e l’Agenzia Spaziale Indiana (ISRO). Il continuo lavoro e collaborazione con clienti di tale entità, dai requisiti operativi sempre più esigenti, permettono a Leaf Space di mantenere il livello di servizio sempre più alto ed efficace.

“Il continuo sviluppo e aumento di efficienza dei servizi e delle tecnologie sviluppate da Leaf Space sono di primaria importanza nel progetto aziendale, facilitando e rafforzando ulteriormente la già solida base commerciale”, aggiunge Jonata Puglia.“Recentemente, la società è inoltre entrata nel segmento dei servizi con un primo pilota di applicazione di telemedicina basata su telecomunicazioni satellitari per il monitoraggio dei pazienti COvid-19 presso il proprio domicilio”.

L’espansione del network permetterà di diminuire la latenza di distribuzione di dati satellitari, riuscendo a fornire i servizi di TT&C e payload downlink almeno una volta per orbita in SSO (Sun Synchronous Orbit), orbite inclinate ed equatoriali.

Coldiretti Calabria: dall’esondazione del fiume Crati ancora danni all’agricoltura oltre 140 gli ettari allagati

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COSENZA – Certo, è allarme anche nelle zone interne a causa delle intense precipitazioni che hanno provocato frane e smottamenti, ma in pianura – riferisce Coldiretti –  in questi giorni ha molto preoccupato il livello dei fiumi, in particolare del Crati che in località “foggia” nell’area urbana di Corigliano ha rotto gli argini e provocato pericolo per le persone, l’allagamento di oltre 100 ettari di agrumeti e oltre 40 di seminativi. Dopo l’alluvione del 2013 che provocò l’allagamento del Parco Archeologico di Sibari questa – continua Coldiretti – è la terza alluvione dal 2018. Evidentemente, nonostante le continue segnalazioni di pericolo sempre opportunamente documentate, non sono state messe in campo adeguati interventi risolutori, ma si è solo tamponato.  “Gli agricoltori – dichiara Franco Aceto presidente regionale dell’organizzazione –  ancora una volta pagano un conto immediato con rilevanti danni alle produzioni tardive di agrumi ma anche in prospettiva poiché si rischia l’asfissia radicale delle piante e quindi la moria. Devo segnalare che gl’interventi delle forze preposte sul territorio: Protezione Civile, Vigili del Fuoco, Comune e Consorzio di Bonifica di Trebbisacce sono state tempestive, e pertanto esprimiamo meritevole apprezzamento. Le aziende hanno riscontrato il lavoro di sintonia per agevolare lo sgrondo rapido delle acque, diminuire l’allagamento ed evitare danni ulteriori. Anche in questa occasione di emergenza, Il Consorzio ha effettuato, d’intesa con le altre forze i campo, lavori che vanno anche al di là delle proprie competenze. Ci sono altre situazioni di pericolo lungo il corso del fiume Crati – avverte Aceto –dove in più zone lo spessore della spalla dell’argine sinistro è notevolmente ridotto. In molte di queste aree  insistono colture agricole specializzate, orticole e fruttiferi, impianti serricoli, fabbricati rurali ed abitazioni civili. Continuiamo – conferma Aceto – a seguire l’evolversi della situazione anche perché a causa dei cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi con una più elevata frequenza di manifestazioni violente, nei prossimi giorni è prevista una nuova allerta meteo della protezione civile che potrebbe creare ulteriori situazioni di rischio visto cheinla Calabria, sulla base dei dati Ispra, ben 100 % dei comuni hanno parte del territorio in pericolo di dissesto idrogeologico”. I moderni sistemi di georeferenziazione – conclude Aceto –consentono un agevole individuazione dei “siti a rischio” e quindi utili a prevenire le situazioni di pericolo”, ma nello stesso tempo, per quanto riguarda gl’argini dei fiumi, è necessario attivare una azione di interventi di prevenzione che possa consentire lavori di pulizia e regimentazione del corso delle acque dei fiume, in perfetta sintonia tra protezione Civile, Comuni di competenza territoriale e Consorzi di Bonifica.

Tutolo e Leoci su Xylella

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BARI – “Ci piacerebbe, come Commissione oppure come semplici consiglieri a spese nostre, andare nei territori per capire da vicino il sentimento della gente e degli agricoltori oltre che vedere i danni che la Xylella produce”.

Questa la proposta dei consiglieri di ‘CON Emiliano’ Antonio Tutolo e Alessandro Leoci nel corso dei lavori della IV Commissione consiliare, convocata questa mattina per un confronto sul tema della Xylella con l’assessore all’Agricoltura Donato Pentassuglia, col direttore del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia, Gianluca Nardone, col dirigente dell’Osservatorio fitosanitario Giuseppe Tedeschi e col funzionario Anna Percoco.

“Il territorio brindisino, in particolare il Comune di Carovigno – ha proseguito il consigliere Leoci – vive di una economia prettamente agricola e olivicola ed attualmente siamo in zona infetta.
Sento il dolore degli agricoltori. Nel nostro territorio risiede la riserva di Torre Guaceto, un importante patrimonio nazionale. Per questo vorrei insistere sulla proposta di andare a vedere da vicino queste piante e questa bellezza in modo tale che ci sia una sensibilità maggiore sul tema. Tante volte – ha concluso Leoci – mediaticamente si conosce il problema ma quando si va sul campo, si ascoltano gli agricoltori e si vedono queste piante, la situazione tocca il cuore. Oggi il territorio brindisino è un laboratorio importante per capire come intervenire e salvare quello che è rimasto. Confido nel lavoro dell’assessore Pentassuglia”.

La risposta favorevole all’invito non si è fatta attendere da parte dell’assessore all’Agricoltura: “Sono disponibile – ha detto – e pronto ad organizzare. Nell’espletamento delle nostre funzioni ci possiamo muovere insieme, al di fuori del contesto della Commissione, per visitare le zone di Lecce e Brindisi, per tenere così insieme i territori introducendo elementi di novità, di lavoro effettivamente svolto e di risposte”.

Strage bus ungherese, avvocati chiedono esclusione parti civili per dubbio di parentela

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VERONA – Nella mattinata di ieri mercoledì 27 gennaio, si è tenuta una nuova udienza del processo legato alla strage del bus ungherese. La tragedia si consumò il 20 gennaio del 2017, quando il mezzo di trasporto andò ad impattare contro un pilone del cavalcavia dell’autostrada A4 a Verona est, all’altezza di San Martino Buon Albergo. Delle 54 persone a bordo, ne morirono in 17, tra cui 11 studenti minorenni di un liceo ungherese. A distanza di due anni, si spense anche Vigh Gyorgy, che salvò tante vita, ma non quelle dei suoi figli.


Presenti in aula l’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus, con il presidente Alberto Pallotti, e il legale, referente anche delle vittime, avv. Davide Tirozzi. “L’udienza è andata bene. C’è stata una battaglia giuridica, in quanto sono state presentate diverse eccezioni sulla questione parte civile – afferma Tirozzi -. Il giudice ha dovuto prendere una chiara posizione, accogliendo le nostre tesi difensive, basate sull’infondatezza di tali contestazioni, ed ammettendo tutte le parti civili. È stata confermata la presenza dell’associazione in quanto soggetto titolato e legittimato per essere parte effettiva nel procedimento. Siamo, quindi, totalmente soddisfatti e fiduciosi per la prossima udienza che si terrà il 22 marzo. In quell’occasione verranno formulare le ultime eccezioni preliminari e procedurali”.


Ferrata la posizione del presidente dell’A.I.F.V.S. Onlus, Alberto Pallotti (https://www.facebook.com/jason.novecento/videos/10222321629567962 e https://www.facebook.com/jason.novecento/videos/10222321033873070 ): “Le difese degli imputati si sono battute per l’esclusione delle parte civili, motivando la posizioni tenuta con il dubbio di parentela diretta dei presenti in aula. Il tutto è stato fatto nonostante esista una sentenza preliminare del giudice Gorra e siano stati effettuati i test del DNA per riconoscere i corpi. Avremmo compreso la rivisitazione delle posizioni delle parti civili, ma non la loro esclusione. Alla conoscenza del documento ufficiale, i parenti delle vittime si sono profondamente dispiaciuti e, con grande compostezza ed eleganza, non hanno aperto bocca. Hanno riconosciuto il sostegno della nostra associazione e, allontanandosi dall’aula, hanno esternato tutto il loro disgusto per le vergognose parole pronunciate dagli avvocati. Noi, come loro, le riteniamo a dir poco offensive. Il legislatore deve fissare un limite per il diritto di difesa; le persone non possono essere maltrattate in questo modo. Chiediamo che tale limite possa sfociare, da codice civile, in reati come diffamazione et simila, perseguibili dalla legge. La giudice ha rigettato tutte le istanze, dando seguito a quel percorso legislativo che tanto auspichiamo per tutti i tribunali italiani”.


Marton Laszlo, padre della vittima Mark, è stato sempre presente in tutte le udienze tenute negli ultimi 4 anni: “Siamo in prima linea dalle prime fasi di questa vicenda e dobbiamo ancora ascoltare avvocati che mettono in dubbio le parentele con le vittime – dice in rappresentanza delle famiglie ungheresi -. Non credevo avrei mai assistito ad una scena simile: abbiamo chiesto all’avvocato per quale motivo abbia optato per questa difesa, ma non ci ha degnato di una risposta. Questa mattina abbiamo compreso il motivo per il quale volevano escluderci e siamo a dir poco indignati. Ringraziamo l’A.I.F.V.S. Onlus per la grande vicinanza mostrata. Siamo contenti per la scelta della giudice e fiduciosi per il prosieguo”.


L’Associazione Italiana Familiari e Vittime della Strada Onlus ringrazia Balazs Varga, traduttore interprete italiano-ungherese iscritto presso l’albo dei periti e interpreti del tribunale di Cagliari, oltre che collaboratore presso il Tribunale di Nuoro.

Ambiente Rimini. Mastacchi (Rete Civica): “Intervenire immediatamente per difendere la costa di Bellaria Igea Marina”

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BOLOGNA – “Intervenire immediatamente ‘ricaricando’ le scogliere a difesa della costa nel comune di Bellaria Igea Marina e lungo tutta la costa romagnola, per non compromettere lo sviluppo dell’industria turistico-balneare, nel frattempo diventata leader in Europa, già fortemente colpita da questa pandemia, anche nella scorsa stagione”.

Lo chiede Marco Mastacchi (Rete Civica) in un’interrogazione, da trattarsi nella competente commissione assembleare, e ricorda la sofferenza patita dal litorale romagnolo a causa di opere antropiche, subsidenza e innalzamento del livello del mare.

Allo scopo di  arginare i fenomeni erosivi, chiarisce ancora l’esponente di Rete Civica, sono nate le barriere frangiflutti che, “per quanto insufficienti, costituiscono la sola importante opera di difesa in caso di forti mareggiate nel territorio comune di Bellaria Igea Marina”.

A dispetto delle opere di manutenzione ordinaria e straordinaria organizzate dalla Regione l’erosione ha continuato la sua azione, costringendo le amministrazioni al varo dei così detti “progettoni” per il ripascimento del litorale. Nonostante tutte le azioni messe in campo, Mastacchi richiama l’attenzione “sulla mancata manutenzione delle barriere frangiflutti: ciò ha ridotto l’efficacia della difesa della costa nonostante gli stessi concessionari di spiaggia attuino nei mesi invernali quel sistema di dune che dovrebbe preservare i manufatti dalle mareggiate”.

Per queste ragioni Mastacchi interroga la Giunta sulle modalità di attivazione, prima dell’avvio della nuova stagione balneare, “per ‘ricaricare’ le scogliere a difesa della costa romagnola”. Il consigliere vuole anche sapere dallo stessi esecutivo “quali strategie intenda seguire nell’approccio a un problema che si ripropone annualmente, interessando un’area che rappresenta un grande patrimonio pubblico e prima ancora un bene comune, da tutelare e da valorizzare”.

Strage della Sollfatara: condannato a 6 anni il legale rappresentante della società puteolana

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POZZUOLI, Napoli –  Sei anni di reclusione per Giorgio Angarano, 73 anni di Pozzuoli, il legale rappresentante della “Vulcano Solfatara srl”, condannato anche alla pena accessoria dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e al pagamento delle spese processuali; 172mila euro di sanzione pecuniaria alla società, interdizione dell’esercizio dell’attività per sei mesi e, soprattutto, confisca dell’area: esattamente come aveva richiesto la Procura. Assolti, invece, per non aver commesso il fatto, gli altri soci. Questa la sentenza pronunciata quest’oggi, giovedì 28 gennaio 2021, in Tribunale a Napoli, dopo quattro ore di camera di consiglio dal Gup dott.ssa Egle Pilla, al culmine del processo per la strage della Solfatara, il noto sito naturalistico di Pozzuoli dove il 12 settembre 2017 i coniugi veneziani di Meolo Massimiliano Carrer e Tiziana Zaramella e il loro figlioletto Lorenzo persero tragicamente la vita durante una visita turistica.

Il ragazzino avvicinatosi alla zona della fangaia, aperta al pubblico, per scattare una foto, precipitò in seguito all’apertura di una voragine sotto i suoi piedi, che inghiottì, stordendoli con i gas del sottosuolo, anche papà e mamma, precipitatisi nel vano tentativo di salvare il ragazzo. Sopravvisse solo il figlioletto più piccolo dei Carrer, Alessio, che ha assistito impotente al dramma e oggi vive con la zia Elisabetta Carrer. I familiari delle vittime sono assistiti da Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con gli avvocati Alberto Berardi, del Foro di Padova, e Vincenzo Cortellessa, del Foro di Santa Maria Capua Vetere, e sono già stati risarciti integralmente, ma da parte loro c’era ovviamente una richiesta di risposte anche da parte della giustizia penale.

Per questa immane tragedia sono stati rinviati a giudizio Giorgio Angarano, appunto, e cinque soci “Vulcano Solfatara Srl” che gestiva il sito: Maria Angarano, 75 anni di Pozzuoli, Maria Di Salvo, 70 anni, di Pozzuoli, l’omonima Maria Di Salvo, 41 anni, di Napoli, Annarita Letizia, 71 anni, di Pozzuoli, e Francesco Di Salvo, 45 anni, di Napoli. Rinviata a giudizio anche la stessa società. Erano tutti accusati di aver causato il decesso dei tre turisti “per colpa consistita in negligenza, imprudenza e imperizia nell’aver gestito il sito vulcanico”, classificato dalla Commissione Grandi rischi “in zona rossa”, “in assenza di qualsiasi cautela idonea ad assicurare che l’attività turistico-ricettiva fosse svolta in modo da garantire la sicurezza dei lavoratori dipendenti e dei terzi visitatori”. Erano loro contestati reati pesantissimi (14 capi d’accusa ai sensi del codice penale e del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro), in primis, quelli di omicidio colposo in concorso, con l’aggravante di essere stato commesso in violazione delle norme per la prevenzione degli infortuni sul lavoro e ai danni di più persone, e di disastro colposo, per i quali sono previsti svariati anni di reclusione, di qui la scelta del rito abbreviato che dà diritto alla riduzione di un terzo della pena.

Infatti, i due Pubblici Ministeri titolari del procedimento, le dott.sse Anna Frasca e Giuliana Giuliano, avevano chiesto condanne pesanti: 6 anni (con già conteggiato lo sconto di un terzo della pena, la richiesta base sarebbe stata 9 anni), per Angarano, 5 anni e 4 mesi (anche questi già ridotti da 8) per gli altri cinque soci, pena pecuniaria di 172mila euro per la società e confisca dell’area, già sotto sequestro dal giorno della tragedia. Richieste come detto tutte accolte, eccezione fatta per i soci, che non sono stati ritenuti colpevoli.

A parte la posizione degli altri soci – commenta l’avv. Cortellessa, che parla di sentenza equilibrata ma anche significativa – per tutto il resto sono state integralmente accolte le richieste della Procura: sei anni per l’amministratore della società non sono una condanna lieve, quando la pena diventerà definitiva dovrà scontarli in carcere. E’ stata ritenuta colpevole anche la società stessa che ha ricevuto una pesante sanzione pecuniaria, ma la vera “punizione” è la confisca dell’area che le fa perdere una rilevante fonte di introito, considerato il quasi milione di turisti all’anno che faceva registrare il sito”.

Qualsiasi condanna sarebbe stata inadeguata per un fatto così terribile per la nostra famiglia e soprattutto per Alessio, a cui è stata tolta tutta la sua famiglia: nulla potrà mai restituirci mio fratello Massimiliano, Tiziana e Lorenzo e nulla potrà mai ripagarci della loro perdita – commenta a sua volta Elisabetta CarrerOggi mio nipote ha undici anni, crescendo comincia a prendere coscienza di ciò che è successo ai genitori e al fratello maggiore e inizia a chiedersi perché delle persone possano aver permesso che accadesse una tragedia del genere”.

Premesso questo, però – prosegue Elisabetta – comprendiamo che c’è anche la giustizia dei tribunali e dunque prendiamo atto di questa sentenza che ci lascia non poco amaro in bocca per l’assoluzione degli alti soci della società, che a nostro avviso sono parimenti responsabili, ma che quanto meno mette la parola fine ad una lunga vicenda giudiziaria, ogni capitolo della quale, per noi, e per Alessio, comportava la riapertura di ferite che peraltro non si rimargineranno mai”.

Con un auspicio finale. “La Solfatara è uno dei pochi siti naturalistici al mondo che erano gestiti non dallo Stato ma da privati. Bene che sia stato confiscato. Ci auguriamo che non venga mai più affidato a coloro che male l’hanno condotto in passato e, soprattutto, che possa riaprire in tutta sicurezza per i visitatori e per i lavoratori. Che la morte di mio fratello, di mia cognata e di mio nipote possa essere da monito affinché le logiche del profitto non abbiamo mai più a prevalere sulla prioritaria incolumità delle persone”.

 

Ubriaco si sdraia nel bel mezzo della carreggiata, denunciato

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MERCOGLIANO, Avellino – I Carabinieri della Stazione di Mercogliano hanno denunciato un 40enne ritenuto responsabile di guida in stato di ebbrezza.

È accaduto qualche giorno fa a Mercogliano, sulla SS 7Bis, in orario pomeridiano: l’automobilista, in evidente stato di ebrezza, ferma l’auto al centro della carreggiata e si sdraia per terra, rischiando di essere travolto dalle auto o di provocare incidenti.

Immediatamente intervenuti, i Carabinieri con non poche difficoltà riescono a gestire la sua rabbia e a contenerlo, evitando così ben più gravi conseguenze.

L’esagitato veniva quindi trasportato dal 118 all’ospedale “Moscati” di Avellino dove, all’esito di specifiche analisi, gli veniva riscontrato un elevato tasso alcolemico.

Per il 40enne, oltre al ritiro della patente di guida ed al sequestro del veicolo, è dunque scattata la denuncia in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Avellino.

Napoli: blitz della polizia nel rione “Monterosa”

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NAPOLI – Ieri sera gli agenti del Commissariato Scampia e della Polizia Locale, con il supporto dei Nibbio e delle Unità Cinofile antidroga dell’Ufficio Prevenzione Generale e degli equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine Campania, hanno effettuato un servizio straordinario di controllo del territorio nella zona del rione “Monterosa”.
Nel corso dell’attività sono state identificate 30 persone, controllati un’autovettura e 7 motoveicoli di cui 6 sottoposti a sequestro amministrativo ed uno a sequestro ai fini della successiva confisca; sono state contestate 22 violazioni del Codice della Strada per guida senza patente, mancata copertura assicurativa e mancato utilizzo del casco protettivo, elevando sanzioni per un totale di 45.000 euro.
Inoltre, una persona è stata denunciata per guida senza patente perché mai conseguita, mentre il genitore di un minore sanzionato è stato denunciato per oltraggio a Pubblico Ufficiale; altre tre persone sono state sanzionate per inottemperanza alle misure anti Covid-19.
Infine, i poliziotti hanno notato in via Ortese due giovani che stavano cedendo qualcosa ad alcune persone in cambio di banconote e che, alla loro vista, hanno tentato la fuga ma, dopo un breve inseguimento, sono stati bloccati e trovati in possesso di 29 bustine contenenti 40 grammi circa di marijuana, di 21 stecche di hashish del peso di circa 30 grammi, di 6 involucri con 1 grammo circa di cocaina e di 360 euro.
Diego Norcaro, 37enne napoletano, e Alessandro Plesa, 20enne oplontino, entrambi con precedenti di polizia, sono stati arrestati per detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti.

Napoli: ecco i 23 convocati per il match di stasera in Coppa Italia

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NAPOLI – L’allenatore del Napoli Gennaro Gattuso ha convocato 23 giocatori per la sfida contro lo Spezia, valida per i quarti di finale di Coppa Italia, in programma questa sera alle ore 21 allo stadio Maradona. Questa la lista completa. Portieri: Meret, Ospina, Contini. Difensori: Di Lorenzo, Ghoulam, Hysaj, Koulibaly, Maksimovic, Manolas, Rrahmani, Mario Rui. Centrocampisti: Demme, Elmas, Lobotka, Zielinski, Bakayoko. Attaccanti: Lozano, Mertens, Osimhen, Petagna, Politano, Insigne, Cioffi.

Piano pandemico vecchio: i pm bergamaschi sentono Speranza

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ROMA – Ascoltato a Roma dai Pm bergamaschi il ministro della Salute Roberto Speranza, come  persona informata sui fatti ed è ascoltato in particolare su aspetti del Piano pandemico. «Questo -hanno sottolineato gli inquirenti- era praticamente fermo al 2006 senza sostanziali aggiornamenti nel 2017, data del piano più recente. In programma anche le audizioni del coordinatore Cts Miozzo e del presidente Iss Brusaferro».