(PRIMANOTIZIE) – ROMA, 26 MAR – Dalla genetica avanzata all’uso dell’intelligenza artificiale, il Bambino Gesù apre una nuova era nella diagnostica delle infezioni rare grazie all’introduzione della metagenomica nella pratica clinica. Una tecnica d’avanguardia, capace di identificare anche patogeni mai osservati prima, ha già permesso di salvare la vita a piccoli pazienti immunodepressi, colpiti da microrganismi atipici o sconosciuti.
Tra i casi emblematici, quello di alcuni bambini colpiti da shock settico a causa del Lactococcus garvieae, un batterio tipico delle trote, e di un piccolo paziente con un’infezione potenzialmente letale provocata dal fungo del grano Ustilago maydis. In entrambi i casi, i patogeni non sarebbero mai stati identificati con i metodi tradizionali.
“La metagenomica è la ricerca a 360 gradi di tutto il materiale genetico presente in un campione: è la diagnostica del futuro, già realtà al Bambino Gesù”, spiega il prof. Carlo Federico Perno, responsabile di Microbiologia e Diagnostica di Immunologia. L’approccio non si limita a confermare un sospetto, ma esplora a fondo per scoprire anche l’inatteso, integrando bioinformatica, sequenziamento e algoritmi di IA.
Oltre a salvare vite, la tecnica ha un impatto importante anche nella lotta alla resistenza antimicrobica, evitando terapie inutili e guidando verso cure mirate e tempestive.
“È una rivoluzione – conclude Perno – che si fonda su tecnologia, intelligenza artificiale e collaborazione clinica. Solo così possiamo guardare al futuro delle infezioni con ottimismo e strumenti concreti”. (PRIMANOTIZIE)