ROMA – Considerata una lingua musicale ed elegante dai turisti di tutto il mondo, anche l’italiano ha una sua storia informale e quindi un suo rapporto con la volgarità: le imprecazioni sono molto diffuse e utilizzate di frequente nel linguaggio colloquiale, per dare forza a espressioni gioiose, rabbiose o divertenti, oppure per esprimere momenti di difficoltà e malcontento.
Preply, piattaforma globale di apprendimento delle lingue, ha realizzato uno studio sulle città italiane nelle quali si impreca di più, dal quale emergono risultati curiosi, non solo per quanto riguarda la frequenza delle imprecazioni, ma anche per la tipologia e i luoghi nei quali vengono più utilizzate.
L’analisi rivela che in Italia si impreca in media 8,91 volte al giorno e che sono gli uomini a farlo più spesso: ben 11,6 volte al giorno, contro il 6,3 delle donne. Sono soprattutto i giovani a fare un utilizzo più consistente di parolacce ed espressioni volgari. Nella fascia d’età che va dai 16 ai 24 anni se ne dicono in media 14 al giorno. La media diminuisce con l’innalzarsi delle fasce d’età: 8,5 volte tra i 25 e i 34 anni; 8,6 tra i 35 e i 44 anni (poco più degli under 34) e solo 3,9 tra gli over 55.
Le città italiane che imprecano di più e di meno
Venezia è la città che detiene il primato negativo, con 19 imprecazioni al giorno. Come si spiega questo risultato in una delle località più visitate e amate d’Italia? Si può ipotizzare che la particolare posizione geografica di Venezia la rende più soggetta a problemi logistici, che si riversano su residenti e turisti, scatenandone i malumori. Nella classifica di Preply delle città che imprecano di più seguono Brescia, Padova e Genova, che hanno ottenuto punteggi superiori persino a Milano e Roma (solo al 5° e 7° posto), città più caotiche, ma in cui forse gli abitanti sono più abituati a gestire gli imprevisti e quindi le proprie reazioni.
In fondo – al 9° posto a pari merito con una media di 6 imprecazioni al giorno – si trovano Catania, Bologna, Bari, Parma, Verona e Napoli. A gestire in modo più sobrio contrattempi e intoppi quotidiani sono invece gli abitanti di Taranto: la città pugliese, infatti, è quella in cui si impreca di meno in assoluto e, con sole 5 parolacce al giorno, si classifica al 10° posto.
Come imprecano gli italiani?
Dallo studio di Preply emerge il ritratto di un’Italia variegata, sia per quanto riguarda i destinatari delle imprecazioni che i luoghi in cui vengono utilizzate.
Gli italiani imprecano soprattutto contro loro stessi (21,07%), oppure scagliano improperi senza un obiettivo preciso (17,27%) probabilmente facendone largo uso come intercalare nelle conversazioni più informali. Tra i “destinatari preferiti” spuntano poi gli amici (17,17%), i collaboratori (11,22%), i partner (10,83%), gli sconosciuti (9,17%), sorelle e fratelli (7,80%) e genitori (5,46%).
Esistono, poi, luoghi e contesti in cui gli italiani si lasciano andare più facilmente a espressioni volgari: accade spesso a casa (34,05%), ma anche quando ci si trova in compagnia degli amici (17,46%).
Altre situazioni che mettono a dura prova gli italiani sono quelle lavorative, con il 16,98% di intervistati che ammette di utilizzare imprecazioni in ufficio, oppure durante la guida, specie quando si è bloccati nel traffico (16,78%).
Spingendosi più nel dettaglio, i catanesi si lasciano andare più facilmente tra le mura di casa, mentre i genovesi quando sono tra i gruppi di amici. I tarantini sono più insofferenti mentre si trovano alla guida, i veneziani sul luogo di lavoro.
Ad ogni modo, ci sono situazioni in cui invece si tende ad evitare il più possibile qualunque espressione volgare: gli italiani si trattengono soprattutto in presenza di bambini (78,31%) o di un proprio superiore (74,71%).