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venerdì, Novembre 22, 2024
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La pizza “lampiata” di Vincenzo Di Fiore è un atto d’amore alla tradizione acerrana

NAPOLI – Baccalà e papaccelle, margherita, parmigiana o marinara. La pizza “lampiata” di Vincenzo Di Fiore di sicuro farà il botto. Nella serata stampa dedicata alla tipologia di pizza che maggiormente richiama la tradizione acerrana, sono state presentate le nuove proposte inserite nella Carta delle lampiate. 

La lampiata è una pizza cotta nel forno a legna, in teglia poggiata direttamente sui carboni ardenti. Viene da alcuni chiamata “la pizza della nonna” perché era proprio nel cortile della nonna, in famiglia, che questa pizza veniva consumata. Ogni famiglia della provincia napoletana aveva la propria ricetta e la propria tradizione, per cui è quasi impossibile oggi trarne una definizione enciclopedica; uno dei tratti che quasi sicuramente le accomunava tutte, era la cottura. Questa veniva realizzata successivamente alla cottura del pane nel forno di famiglia, con l’impasto avanzato adagiato all’interno di una teglia di ferro. Una volta disposto l’impasto nella teglia, arrivava il turno della salsa di pomodoro (meglio ancora se quello delle “bottiglie” realizzate in famiglia a fine agosto, durante il periodo di raccolta), all’olio e all’origano. Una volta completata la preparazione, la pizza veniva inserita all’interno del forno con la legna rimanente dalle infornate precedenti, e chiuso. Da qui deriva il nome di “lampiàta”, ovvero cotta dalla carezza della “lampa” di fuoco. Il risultato, a fine cottura, era sempre sorprendente: la pizza aveva una croccantezza speciale dovuta al contatto con la teglia, unita a un gusto unico dall’aroma del legno arso. La pizza lampiàta veniva poi tagliata a fette e goduta tra familiari, all’interno del “portone”, durante le sere sia d’estate che d’inverno.

L’attività di Vincenzo Di Fiore come pizzaiolo-patron inizia nell’estate del 2009 con la prima sede della pizzeria Bella Napoli che nel 2014 viene spostata da via Muro di Piombo nei locali più spaziosi di via Ludovico Ariosto. Qui Di Fiore, grazie alla leggerezza dell’impasto e all’importante opera di valorizzazione delle eccellenze acerrane e campane, si fa notare dal Gambero Rosso che proprio nel 2014 lo inserisce nella Guida alle pizzerie d’Italia e dal 2016 gli riconosce i 2 spicchi. Nel dicembre 2016, vincendo il sondaggio organizzato da Mysocialrecipe, Vincenzo Di Fiore diventa il primo “pizzaiolo-pastore” a conquistare un posto sul prestigioso presepe di Ferrigno a San Gregorio Armeno. Nell’estate del 2018 alla pizzeria “Bella Napoli” va ad aggiungersi il locale su Corso Italia 28 che dispone di circa 200 coperti tra spazi interni ed esterni.

Nel 2018 Di Fiore crea un arancino dedicato a Pulcinella in occasione dell’evento con cui celebra l’ingresso nell’Associazione Verace Pizza Napoletana, pochi giorni dopo l’inaugurazione della pizzeria di Corso Italia. La tabella esterna n° 736 dell’AVPN gli viene consegnata dal presidente Antonio Pace. 

A rendere speciale l’arancino dedicato alla celebre maschera partenopea, i cui natali si fanno risalire proprio ad Acerra, sono i rinomati fagioli cannellini locali denominati “dente di morto” per il loro colore bianco opaco. 

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