KIEV – Il coinvolgimento delle Nazioni Unite nelle operazioni di peacekeeping in Ucraina sarebbe solo un tassello di un più ampio meccanismo volto a garantire la sicurezza di Kiev.
Secondo fonti vicine al dossier, i cosiddetti “volenterosi” stanno lavorando attivamente a un sistema di interposizione articolato su quattro livelli. Il primo anello sarebbe rappresentato dai caschi blu dell’Onu, provenienti da Paesi non europei, schierati nella zona demilitarizzata per monitorare il rispetto della tregua. Il secondo livello vedrebbe il dispiegamento delle forze ucraine, mentre il terzo sarebbe costituito dal contingente dei volenterosi, posizionato potenzialmente al confine occidentale dell’Ucraina. Infine, il quarto livello sarebbe il backstop statunitense, a garanzia dell’intero sistema.
L’effettiva realizzazione di questo schema dipende dagli sviluppi dei pre-negoziati di pace condotti dagli Stati Uniti su due fronti separati: da un lato con Mosca, dall’altro con Kiev. I dettagli restano cruciali, così come il cambiamento terminologico adottato: non si parla più di “garanzie di sicurezza” (security guarantees), ma di “dispositivi di sicurezza” (security arrangements).
Per quanto riguarda il contingente europeo, si valutano diverse opzioni, tra cui il possibile dispiegamento sia all’interno dell’Ucraina sia lungo i confini del Paese, con eventuali compiti di sorveglianza aerea. Il backstop americano fungerebbe da ultima garanzia, sia per l’Ucraina che per gli alleati europei. Tuttavia, alcune indicazioni suggeriscono che Washington sarebbe disposta a sostenere questo dispositivo solo a condizione che Kiev firmi un’intesa sui minerali, una richiesta avanzata da Donald Trump come precondizione.