TEL AVIV – Israele ha ripreso i bombardamenti sulla Striscia di Gaza, segnando la fine della tregua. Il primo ministro Benjamin Netanyahu e il ministro della Difesa Yisrael Katz hanno ordinato alle forze armate di colpire duramente Hamas, accusando l’organizzazione di aver respinto tutte le proposte di rilascio degli ostaggi presentate dall’inviato statunitense Steve Witkoff e dai mediatori internazionali.
Secondo le autorità israeliane, Hamas starebbe preparando nuovi attacchi contro i kibbutz e le truppe dell’IDF nella Striscia, evidenziando movimenti sospetti nell’area.
Il Ministero della Salute di Gaza, controllato da Hamas, ha dichiarato che tra le oltre 330 vittime palestinesi ci sono numerose donne e bambini, denunciando un “attacco infido contro civili assediati e indifesi”. Al Jazeera riporta che la Jihad Islamica palestinese accusa Israele di aver “sabotato deliberatamente” il cessate il fuoco in vigore dal 19 gennaio.
Hamas ha risposto duramente ai raid israeliani, affermando che gli attacchi mettono in pericolo la vita degli ostaggi detenuti a Gaza. Un membro dell’ufficio politico del movimento, Ezzat al-Rishq, ha dichiarato alla CNN che “la decisione di Netanyahu di riprendere la guerra equivale a una condanna a morte per i prigionieri israeliani”, sostenendo che la guerra non porterà a Israele i risultati che non è riuscito a ottenere con i negoziati.