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martedì, Dicembre 3, 2024
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Striscioni nei porti di tutta Italia per dire basta all’inquinamento navale

ROMA – In occasione della Giornata Europea del Mare e all’avvio della stagione crocieristica e delle vacanze, che vedrà migliaia di navi scalare nei porti italiani, i cittadini e le associazioni di 9 città italiane, hanno deciso di esporre degli striscioni per dire basta all’inquinamento navale. Il messaggio chiaro “STOP INQUINAMENTO NAVALE”, riprodotto su striscioni dai 2 ai 5 metri di lunghezza, mira a sensibilizzare le amministrazioni e autorità competenti, chi lavora in porto e la popolazione locale sull’impatto che l’industria navale ha, oggi, sulle città di porto, la salute delle persone e l’ambiente marino.

Gli striscioni rimarranno esposti il più a lungo possibile, visibili anche dalle navi da crociera che arrivano in porto, in modo che i turisti siano portati a valutare l’impatto che questo genere di turismo e navi hanno sull’ambiente.

Ancora oggi, le navi da crociera, delle vere e proprie città galleggianti, i traghetti, le navi cargo, utilizzano combustibili estremamente inquinanti, come l’heavy fuel oil (HFO), un carburante frutto degli scarti di lavorazione dei prodotti petroliferi che produce emissioni enormi e tossiche, che quotidianamente pervadono l’aria delle città di porto ben visibili dalle finestre di chi vi abita. Questi fumi, in grado di raggiungere la terraferma anche quando vengono prodotti in mare aperto, sono una costante che si riversa sulla città e le persone quando le navi arrivano in porto, fanno manovra e ormeggiano con i motori sempre accesi per garantire il funzionamento dei sistemi di bordo.

Da anni ormai, Cittadini per l’aria insieme alle tante associazioni che fanno parte della rete “Facciamo Respirare il Mediterraneo” (We Are Here Venice, No Fumi, Associazione Livorno Porto Pulito APS, Ambiente Venezia, Italia Nostra Venezia, Savona Porto Elettrico, Comitato Tutela Ambientale Genova Centro-Ovest, Forum Ambientalista Civitavecchia, Ecoistituto Reggio Emilia Genova, Italia Nostra Ancona, Comitato Vivibilità Cittadina Napoli, Hub Mat Olbia) chiede l’adozione urgente di misure per proteggere innanzitutto la salute delle persone dalla minaccia rappresentata dai fumi delle navi, alle quali ancora oggi viene permesso di inquinare con delle modalità che sulla terraferma non sarebbero mai consentite.

In occasione della Giornata Europea del Mare, le associazioni chiedono ancora una volta al Governo ma anche agli armatori, di ripensare lo sviluppo per questa industria di grande valore per il nostro Paese, che non può più prescindere dalla riduzione delle emissioni. Serve un efficientamento delle navi, l’utilizzo di sistemi e metodi in grado di ridurre i consumi, l’adozione di carburanti distillati, filtri e catalizzatori per ridurre le emissioni di particolato e ossidi di azoto, vele a rotore, l’applicazione dello slow steaming (la riduzione della velocità di navigazione), l’elettrificazione delle banchine.

Sullo sfondo resta il problema, dopo l’istituzione dell’Area a Controllo delle Emissioni di Zolfo (SECA) nel Mar Mediterraneo che entrerà in vigore nel 2025, di regolare anche le emissioni di azoto, con la creazione di un’area NECA fondamentale per ridurre al minimo i rischi ambientali e quelli per la salute delle persone, nelle città di porto ma non solo.

“L’industria navale può contribuire in modo determinante al benessere del mare e dell’ambiente marino. Serve scegliere, al più presto, carburanti molto più puliti (distillati), adottare filtri, catalizzatori e non utilizzare gli scrubbers, i cui residui dispersi in acqua degradano gravemente l’ambiente marino e il suo ecosistema. Al di là di tante belle dichiarazioni – che suonano troppo spesso come greenwashing – se gli armatori hanno davvero a cuore l’ambiente marino oltre che la salute di chi vive nelle aree portuali questo è quello che serve fare” dichiara Anna Gerometta, presidente di Cittadini per l’aria.

Le fa eco Luca Ribechini, per l’associazione Livorno Porto Pulito: “L’aria, a Livorno come in tutte le altre città di mare, è il più importante dei beni comuni. Appartiene a tutti e non può essere compromesso da interessi economici”.

Dal capoluogo ligure, Giovanni Coiana, del Comitato tutela ambientale Genova: “Purtroppo i controlli non esistono di fatto e sono vanificati dalle norme ambigue che tutto consentono e solo apparentemente sembrano grevi di significato. In realtà gli oligarchi del mare, dei porti ne fanno quello che vogliono. Ci vogliono più controlli, meno burocrazia, più lavoro e basta, basta inquinamento”.

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