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giovedì, Novembre 21, 2024
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Lo scultore Domenico Sepe e il suo Paolo Rossi, pensando a Maradona

NAPOLI – Ancora in primo piano lo scultore Domenico Sepe che, proprio come vittima di uno scherzo del destino, nel preciso giorno del secondo anniversario della scomparsa del grande Diego Armando Maradona, torna alla ribalta non con la sua scultura dedicata al campione argentino (ancora in attesa di una collocazione definitiva) ma per l’altra sua opera dedicata all’altrettanto indimenticabile campione del calcio Paolo Rossi (nella foto). «Sono davvero felice di raccontare questa straordinaria esperienza con l’opera dedicata a Paolo Rossi- ha detto l’apprezzato artista- ma sono molto rammaricato dal fatto che proprio oggi 25 novembre non parliamo dell’installazione di un altro importante monumento come quello dedicato a Diego Armando Maradona, che mi auguro possa tornare presto allo stadio di tutti i napoletani». Un’avventura che pare ancora senza fine per lo scultore Sepe, il quale, dedicandosi al grande Pablito continua ad attendere fiducioso per la sistemazione della sua statua raffigurante il genio argentino del calcio. Intanto sulle ali della gloria del suo famoso Mundial la statua di Paolo Rossi è pronta per arrivare allo stadio Romeo Menti di Vicenza. Grazie al lavoro e all’estro di Domenico Sepe, l’opera andrà ad arricchire il largo dedicato al campione biancorosso e della nazionale. Nella nuova piazza creata davanti al Menti, su disegno dell’architetto vicentino Riccardo Cestari, l’opera in bronzo a grandezza naturale di Pablito con la maglia del L.R. Vicenza, come afferma lo stesso napoletano Sepe «sarà un punto di riferimento per tutti. Un simbolo dell’Italia che ci ha portato sul tetto del mondo. Donare la mia opera per me è un motivo di grande orgoglio». Un’affermazione passionale e decisa che evidenzia la volontà dell’artista pronto a mettersi a disposizione della città di Vicenza e della famiglia Rossi senza chiedere alcun contributo per la sua creazione. «Il tutto è nato in modo quasi istintivo -ha spiegato Sepe – con il coinvolgimento della moglie di Paolo Rossi. Da lì è venuta l’idea e l’esigenza di omaggiare con un’opera la figura dello sportivo ma soprattutto dell’uomo che è stato Pablito. Il campione Rossi ha lasciato un segno nell’immaginario di tutti. Era doveroso per me donare la mia professionalità e il mio “modellato” che una volta trasformato in bronzo ci darà la garanzia di un materiale eterno».

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