back to top
venerdì, Novembre 22, 2024
HomeIntrattenimentoFestival Cinema Roma: "Armageddon Time", un salto nel passato della Nouvelle Vague

Festival Cinema Roma: “Armageddon Time”, un salto nel passato della Nouvelle Vague

ROMA – Dal riconosciuto autore James Gray, Armageddon Time è una storia di crescita profondamente personale che affronta le vicende di una famiglia disperatamente impegnata nella ricerca di un’affermazione che ha coinvolto un’intera generazione, il Sogno Americano. Il film è interpretato da un cast di grandi artisti, come Anthony Hopkins, Anne Hathaway e Jeremy Strong.  È stato presentato alla Festa Del Cinema di Roma e ad Alice Nella Città.
James Gray da quando fa cinema gira costantemente su temi che lo appassionano, o addirittura lo tormentano. Questa volta, assume il ruolo del biografo per ritornare a ciò che lo ha portato a diventare un artista, vale a dire il suo incommensurabile desiderio di emancipazione intellettuale e di giustizia. Il piccolo Paul trascorre le sue giornate a scuola a disegnare ritratti o supereroi, quando non cerca in tutti i modi di divertire la galleria. Non è fatto per la scuola, sia pubblica che privata. È un bambino progettato per fuggire attraverso la creazione artistica.
Gray posiziona la sua telecamera nel cuore di una famiglia ebraica. Le figure paterne gravitano intorno all’eroe, a cominciare da questo carismatico e amorevole nonno, che è forse l’unico a credere nelle sue aspirazioni. Armageddon Time è un film sull’educazione, in quanto deve aprire strade e creare spazi di libertà. Anche la morte del nonno diventa un’opportunità per il bambino di reinventare la sua esistenza e assumersi le sue responsabilità. James Gray filma con grazia infinita la relazione tra Paul e un ragazzino nero, cresciuto da una nonna che soffre di demenza, nell’indifferenza delle istituzioni scolastiche e sociali degli Stati Uniti. Attraverso questa amicizia, il regista decifra il fallimento di una società incapace di emancipare i suoi cittadini e di estrarli dalla miseria in cui crescono. La porta alla delinquenza giovanile sembra già tutta tracciata; nonostante il desiderio di giustizia di Paul, il suo amico vi affonda inesorabilmente. Questo è forse il film più politico del regista. Si preme tutto l’attivismo di un artista che vorrebbe grazie alla sua opera rettificare una società irresistibilmente aspirata da una destra dura, conservatrice e lenta.
Uno dei riferimenti più palesi, quasi citazionistico del film è da cercare nel più grande classico della Nouvelle Vague francese: Les 400 Coups. Antoine e Paul hanno tanto in comune, sia come spirito che nella storia personale dei fatti. Dal computer/macchina da scrivere rubata, all’arresto e il salvataggio del padre, alla vergogna della madre, la punizione disciplinare e la fine evasoria con la ricerca della libertà.
I primi 45 minuti sono fantastici, ma poi il film diventa ripetitivo, lento e noioso, nonostante il grande cast. Il problema principale qui è che la sceneggiatura non ha quasi nulla da dire nella seconda metà della narrazione, manca totalmente di energia, ritmo, dinamica e conflitto. La seconda metà è piena di eventi prevedibili e conflitti casuali che girano attorno ad un punto indefinito. Un altro problema è che tutti i personaggi non sono coinvolgenti. Il ragazzo, il padre e il nonno sono ben scritti e ben giocati. Il trio Banks Repeta/Jeremy Strong/Anthony Hopkins è davvero fantastico. Ma altri personaggi come il fratello e la madre (nonostante l’interpretazione magistrale di Anne Hathaway) sono inutili e non coinvolgenti. Non hanno un conflitto personale o un arco narrativo, e questo è un peccato. Anche la fine è deludente.Questo film aveva un grande potenziale, ma lascia sicuramente la sensazione che sia incompiuto. Fa arrabbiare quando sai che sarebbe potuto essere molto meglio, con un regista così dotato.
RELATED ARTICLES
- Advertisment -
Google search engine

Most Popular

Recent Comments