ROMA – L’esercizio finanziario dell’ACI ha chiuso con un incremento del patrimonio netto del 22,3%, passando da 218,92 mln di euro nel 2017 a 267,88 mln nel 2018, con un attivo aumentato del 7,8% e una partecipazione in società controllate accresciuta dell’89,9%. L’utile di esercizio ha fatto registrare un ribasso del 6,02% mentre il rendiconto finanziario mostra una diminuzione del flusso di liquidità di 94,5 mln rispetto al saldo dell’anno precedente (139,9 mln). Il patrimonio netto consolidato (ACI – Automobile Club Federati) è aumentato, nel 2018, del 13,7 %, raggiungendo 350,8 mln, mentre la gestione finanziaria rileva un modesto decremento di 1,25 mln.
E’ quanto emerge dalla relazione sulla gestione finanziaria per l’esercizio 2018 dell’ACI – Automobile Club d’Italia e degli Automobile Club Federati, approvata dalla Sezione del controllo sugli enti della Corte dei conti, con determinazione n. 129 del 22 dicembre 2020.
La relazione ha preso in esame anche gli eventi incidenti sul patrimonio intervenuti fino ad ottobre 2020.
L’ACI, ente pubblico non economico, che riunisce in federazione gli oltre 100 Automobile Club provinciali e locali, fornisce servizi ai soci, attraverso iniziative volte alla tutela della circolazione e dei suoi utenti, del territorio e dello sport automobilistico, e allo Stato ed Enti territoriali, attraverso l’attività di riscossione di imposte e tasse automobilistiche.
Sia l’ACI che gli AC Federati hanno continuato a perseguire iniziative nei campi della sicurezza e dell’educazione stradale, tra cui la “Settimana della sicurezza stradale”, la “Giornata mondiale delle vittime della strada”, corsi di guida sicura e giornate di educazione stradale per i giovani, nonché implementato, nel settore della infomobilità nazionale e locale, un sistema di informazioni personalizzate dedicate ai soci.
A fronte di un incremento di 7,87 mln del patrimonio degli AC Federati, il risultato della loro gestione operativa evidenzia un decremento di 8,77 mln. Il conto economico degli AC Federati, che mostra un decremento del 15,87% dell’utile di esercizio, conferma quanto già precedentemente rilevato: una significativa criticità che ha richiesto incisive misure gestionali e strutturali con la nomina di diversi Commissari straordinari.
La Corte dei conti, pur prendendo atto delle iniziative assunte dalla Federazione e dagli stessi AC Federati nel corso degli ultimi esercizi per dotarsi di un’organizzazione più efficiente, ha ribadito la necessità di una costante azione di monitoraggio su ogni articolazione, centrale e periferica, al fine di garantire adeguate misure di contenimento delle spese, soprattutto di funzionamento, ed un’oculata gestione caratteristica.